Intervista di un colloquio

TU ED IL WEB DESIGN

  • Da quanto tempo scrivi/programmi codice/smanetti su WP e qual è stato l’evento in particolare che ti ha fatto esclamare: “Mi piace tutto questo e voglio farlo per tutta la vita!”?
    Su WP, in particolare, vi lavoro da 5 anni circa. Programmo in php dai tempi dell’università: 2003. Quando ho capito che volevo fare il ‘programmatore’ da grande? Quando alle superiori scrivevo algoritmi con una facilità disarmante mentre tutti i miei compagni arrancavano 🙂
  • Come ti senti e cosa provi quando lo fai?
    Mi sento leggera, rilassata, tranquilla perché so farlo. Quando invece non so fare qualcosa, mi sento eccitata e grintosa nell’iniziare a studiare un tema nuovo. 
  • Qual è la tipologia di lavoro/progetto che ti diverte/appassiona di più quando lo devi fare?
    Mi piacere soprattutto fare analisi, studiare la strategia e scrivere documentazione. Programmare dietro specifiche di terzi, può tendere ad annoiarmi.
  • Quale metodo segui da quando ti viene commissionato un lavoro a quando lo concludi per la consegna?
    Scrivo, scrivo e ancora scrivo.Dopo varie chiacchierate con il cliente, scrivo un documento funzionale, controlliamo che non manchi nulla e che sia conforme alle aspettative. Mando preventivo. E’ OK? Rivedo la documentazione funzionale e la trasformo in documentazione tecnica. Strutturo il lavoro in task pubbliche anche per il cliente, lavoro e aggiorno lo stato dei lavori. Poi sul lato tecnico vi sono altri metodi di organizzare la programmazione…
  • Dove trovi l’ispirazione per fare in modo che le tue dita e la tua mente viaggino a velocità supersonica davanti allo schermo del pc?
    Dalla soddisfazione di poter soddisfare un cliente. Di aiutarlo a semplificare dei processi ‘arduissime’ per lui. Nel padroneggiare sempre di più il metodo di studio e di applicazione, e della velocità nel realizzare un’idea, un prodotto, uno script… 
  • A che tipo di lavori ti sei dedicata finora? Fammi alcuni esempi. Cosa ti fa pensare di essere in gamba?
    Svariati. Principalmente però gestionali. Sul web invece a due pseudo-social, vari siti, e-commerce, ecc. Ho un valore aggiunto di cui ne vado fiera che risiede nella precisione e nel saper rispettare le scadenze.Esempio: Il lavoro si deve consegnare domenica e domenica si consegna, a patto di lavorarci le notti! 
  •  Ad un certo punto sei davanti ad un nuovo lavoro web e c’è qualcosa che non va… non riesci a mettere in fila i giusti pensieri e strategie. Cosa fai?
    Spengo tutto e vado a fare una passeggiata. Più prima che poi, l’illuminazione arriva. Ragionare senza un monitor davanti mi riesce meglio.

TU E GLI ALTRI

  •  A volte gli imprevisti capitano. Descrivimi l’ultima volta in cui ti sei trovata a far fronte, sul lavoro, a diverse richieste, imprevisti o sollecitazioni contemporaneamente e come le hai gestite. Con molta calma. Nella mia mente stilo al volo una lista (data dal buon senso e dall’intuito femminile) delle priorità ed inizio a sviscerare i problemi… 
  • Ti è mai capitato di ricevere una richiesta lavorativa, a causa di un’emergenza, fuori dell’orario lavorativo standard? Come ti sei comportata?
    Eh ma certo. Innanzitutto cerco di tranquillizzare il cliente. Se il problema è urgente ed io sono in un posto dove posso intervenire, intervengo. Altrimenti invito a risentirci l’indomani. 
  • Stai parlando con una persona che non vuole sentire ragioni. È particolarmente agitata e tu hai l’impressione che tutto quello che le stai dicendo non sortisca alcun effetto su di lei. Per di più, se la prende con te anche se tu non le hai fatto nulla. Tu sai di essere nel giusto. È lei a sbagliare. Come decidi di agire?
    Difficile questa domanda. Analizzo nel dettaglio il mio operato. Se ho agito correttamente, lo spiego. Se magari ho sbagliato, spiego che non l’ho fatto in cattiva fede. Se nessuno di questi ragionamenti sortisce effetto, lascio perdere. Magari provo a riparlarci in un secondo momento, se ho stima nei suoi confronti.
  • Qual è la peggior situazione lavorativa che hai dovuto affrontare e superare?
    Mobbing. Un mio collega, al rientro dalla maternità mi ha accusata di irresponsabilità associata al fatto che mi ero assentata dal lavoro. Sapevo di essere invece una persona super responsabile (non a caso, avevo continuato a lavorare da remoto nelle ore notturne!), ma constatare l’omertà dei miei colleghi dopo aver sentito quelle accuse, sono andata dritta a dimettermi (senza se e senza ma). Eccomi freelance (di grande aiuto è stato il libro “Sulla strada giusta” di Francesco Grandis (grandioso). Dietro una sconfitta, in realtà si nascondeva una grandissima opportunità. Ora non tornerei mai dietro una scrivania. Sono libera di me stessa e della mia professione, posso decidere dove investire e come il mio tempo.
  • Domani pomeriggio hai un importante meeting con il tuo team ed un cliente. A te spetta il compito di illustrare la strategia che abbiamo deciso di seguire. Come ti prepari per fare una bella figura con il cliente? 
    Mi preparo sull’argomento, studio un outfit adatto, cerco di anticipare le domande e/o dubbi, cerco di parlare senza paura e con determinazione, il cosiddetto carisma. 
  • Raccontami di una situazione nella quale hai sbagliato nel comunicare con una o più persone.
    Tra tutti gli aspetti di me stessa che vorrei migliorare, ancora non studio la PNL. Per ora, nei riguardi dei clienti, molto spesso sono argomenti tecnici in cui difficilmente ci si sbaglia. Sono consapevole di sbagliare nell’istante precedente nel pronunciare una frase, insomma sbaglio quando ciò che ho detto non era necessario, oppure avrei potuto dirlo in un modo differente.
  • Qualcuno ha mai criticato i tuoi lavori? Quali feedback positivi e negativi hai ricevuto e cosa ti hanno insegnato?
    Si certo. Il feedback negativo più importante proveniva da un mio tutt’ora collaboratore. Avevo preso in carica un suo lavoro, probabilmente più ‘grosso’ di me. Non ho effettuato sufficientemente test, il feedback era negativo, ma la sua professionalità mi ha permesso di effettuare uno scatto di crescita. Insieme abbiamo analizzato i bug del plugin ed insieme gli abbiamo risolti. In quegli istanti ho potuto apprendere tante modalità di lavoro, anche piccole cose, di cui ne ho fatto tesoro. Di feedback positivi ne ricevo costantemente, (oltre sulla risoluzione di problemi, anche per la disponibilità) ovviamente dai clienti coscienziosi del lavoro. E naturalmente, senza di essi, mi sentirei meno soddisfatta ed appagata.  
  • Raccontami di quella volta in cui hai dovuto convincere un collega che un cambiamento era necessario. Cosa ti aveva fatto pensare che il nuovo approccio avrebbe funzionato?
    Sto rispondendo molto istintivamente, ti scrivo la prima cosa che mi viene in mente e di solito l’intuito ed il cuore non si sbagliano mai.
    Anno 2007/2008, erano due anni che lavoravo in una software house. Quindi ero una junior dev quando dovetti affrontare dei colleghi, tra cui il mio boss, senior. Programmavamo in spaghetti code, molta ridondanza di codice e quindi di tempo. All’università non ci avevano parlato mai di framework. Avvertivo che il nostro lavoro non era performante così scopri Symfony. Iniziai a studiarlo fuori orario di ufficio, e quando mi resi conto della sua potenzialità, lo mostrai in ufficio. Tutti ne furono entusiasti.
  • E quando hai preso quella decisione troppo in fretta e non è andata come speravi? Come mai avevi deciso di agire così?
    Non mi viene in mente un episodio nello specifico. 
    Mi sono accorta che, delle volte, pur di fare in fretta un lavoro credendo che si trattassi di un mordi e fuggi, nella maggior parte dei casi non si è rivelato così. Quindi poi ho perso il doppio del tempo per ottimizzare il mio codice. Quindi grande o piccolo che sia la commessa, ci lavoro con passione e determinazione. In passato questo succedeva anche per la documentazione ma ormai questo è superato… Anzi mi appassiona farlo! 
  • Ti accorgi che una situazione è troppo impegnativa per essere affrontata da sola. Cosa fai?
    Non mi scoraggio, chiedo aiuto a qualcuno di cui mi posso fidare. 
  • Descrivi il collega con cui vai meno d’accordo (adesso o in passato). Come hai affrontato tutta questa differenza di personalità?
    Il collega che mi ha afflitto l’anima era quella persona che si lamentava di continuo, si piangeva addosso e non gli andava mai bene nulla. Si innervosiva sul fatto che io non perdessi mai la pazienza. Con il tempo ho iniziato ad evitarla ma con il senno di poi, avrei dovuto reagire con ulteriore calma alle sue continue esaltazioni di rabbia. 
  • Descrivimi il progetto che maggiormente ti ha esaltata e coinvolta nel proporlo ad un superiore e/o collega).
    Qualsiasi cosa di nuovo mi entusiasma. Se devo scriverne di uno in particolare, mi viene in mente un progetto mio personale che vorrei far partire. La realizzazione di un’app per un micro-business nel mondo dei trasporti. 

TU E TE STESSO

  • Qual è la tua migliore qualità, quella per cui tutti ti conoscono?
    Determinazione. 
  • Qual è la qualità di te stessa che ti piacerebbe migliorare?
    Comunicazione. 
  • Qual è stato il cambiamento più duro che ti sei trovata a dover compiere nella tua vita?
    Quello di diventare mamma. Vi sono voluti quasi due anni per ritornare nei panni di donna. 
  • Descrivimi una situazione in cui ti è stato chiesto di fare qualcosa che non avevi mai fatto prima…Se per questo, la vita quotidianamente ci mette davanti a prove simili.Nei casi in cui non ho tempo per ‘studiare’ vado di pancia. Altrimenti, preferisco capire ed approfondire il ‘qualcosa’ e poi agisco. Mi piace studiare le best practice, confrontarmi, non sentirmi mai arrivata mi permette di migliore costantemente. Ecco questa è una qualità di me che apprezzo molto. Metafora che in questo istante ho davanti agli occhi? Non faccio partire il drone appena consegnato da Amazon se non ho letto prima tutto il manuale di istruzioni. Mi piace arrivare preparata di fronte alle varie casistiche che si possono presentare.
  • Fammi un esempio di situazione in cui il tuo approccio iniziale ha fallito e di come hai cambiato tattica…
    Uhm qui non mi viene in mente nulla… La flessibilità credo sia un pilastro fondamentale per il successo!
  • Fammi un esempio di situazione dove ti sei trovato a lavorare sotto pressione.
    Nella prima software house dove ho lavorato (quella di Symfony) il mio capo ufficializzava delle tempistiche molto false e quindi nella maggior parte dei casi lavoravamo sotto pressione. In quel periodo ero più giovane e sinceramente non mi infastidiva molto. 
  • In quali specifiche condizioni dai il meglio ed il peggio di te stesso?
    Il meglio di me: quando il lavoro mi piace e ho disegnato tutti i macro-step. Oppure, quando il cliente/collega è gasato >= a me. Al contrario, invece, quando il cliente non è mai felice può capitare di mollare l’entusiasmo.